Paolo è un vignaiolo rivoluzionario. Un Uomo libero che realizza la sua idea di qualità percorrendo strade inesplorate, indipendenti dalle logiche di mercato e dalle tendenze del momento. La curiosità e la graffiante autocritica lo stimolano costantemente nella sua continua ricerca di nuove vinificazioni. Affianco a Paolo c’è la moglie Lara, profonda amante dalla Natura e spirito guida nel complesso mondo del vino in Italia e all’estero.
Le Scelte scrupolose nell’impianto dei vigneti, l’utilizzo esclusivo delle uve di proprietà per la vinificazione, il controllo meticoloso di tutte le procedure consentono a Paolo di elaborare la sua visione della enologia : la filosofia Rodaro.
23 marzo 1846 è la data del primo documento ufficiale appartenente alla famiglia Rodaro che già a quel tempo si dedicava alla coltivazione della terra in Friuli, all’epoca parte dell’Impero Austro-Ungarico. I Rodaro erano piccoli proprietari terrieri, slegati dal vincolo della mezzadria. Essi coltivavano campi, un ettaro e mezzo di vigna e commerciavano legname per la Repubblica di Venezia. Grazie al duro lavoro e all’intraprendenza, i Rodaro divennero una famiglia di riferimento per la comunità locale di Cividale del Friuli. La dedizione quotidiana nella cura della vigna e della cantina da parte di zio Edo, la capacità imprenditoriale del fratello Luigi e le scelte coraggiose di investimento da parte del figlio Paolo, collocano oggi la cantina tra le più dinamiche del territorio.
L’antica casa contadina di famiglia è stata ampliata e ammodernata per ospitare una cantina all’avanguardia nella tecnologia. Per volontà di Paolo la cantina è alimentata esclusivamente con energia solare.
Incastonata tra gli splendidi orizzonti della pianura friulana e gli anfiteatri dei Colli Orientali, al limitare del Bosco Romagno, Villa Romano-Rodaro è situata in cima a una collina. Circondata da trentacinque ettari di vigneto di proprietà, la struttura settecentesca che rimanda alla scuola veneta è stata acquistata dalla famiglia nel 2002. La dimora, costituita da una parte centrale e da due ali laterali, adibite ad abitazione, sorprende al piano inferiore per i dipinti di Jàcun Pitôr, ottimamente conservati.
Nei primi anni del 1900, il pittore girovago naïf Giacomo Meneghini (1851-1935), conosciuto in Friuli come Jàcun Pitôr (Giacomo il Pittore) e in Slovenia come Jakob Malar, adornò con scene sacre e profane l’intera stanza che conduce alla piccola barricaia della villa. Il pittore, buono d’animo ma dal carattere ruvido, viveva da bohémien e dormiva nei fienili, cercando vitto e alloggio in cambio di pitture omaggiate a chi lo ospitava. L’umorismo popolaresco accompagnava i suoi lavori, corredati da frasi ironiche e talvolta sagge, ancora attuali nel significato. La stanza testimonia pienamente il soggiorno dell’artista nella villa dove al riparo dalla luce, i colori naturali dei dipinti si sono perfettamente conservati. La stanza e la piccola barricaia sono visitabili su prenotazione.